domenica 17 marzo 2013

Ultra Light Shore Jigging Vol. IV: la scogliera

Doveva essere un w.e. di pesca, di quelli che due tre volte a stagione ci concediamo. Purtroppo le avverse condizioni meteo previste per la domenica ci fanno desistere dal programma e, dal w.e. che doveva essere, ci ritroviamo a poter pescare solo il sabato.
Decisi a portare avanti almeno il possibile del preventivato scegliamo un nuovo tratto di scogliera, mai provato fin'ora.
Il posto è paesaggisticamente bellissimo: la macchia mediterranea pronta ad esplodere di colori e profumi ai primi tepori della primavera, le ripide scogliere a picco su un mare turchese... comunque vada la pescata, ne è già valsa la pena!
 
Al di là dell'aspetto naturalistico lo spot è stato scelto anche per la profondità delle sue acque (a tiro di canna dai 7 ai 10mt ci sono sicuramente) che si presta perfettamente alla "tecnica" che abbiamo in mente ed alla quale m sto dedicando con una discreta costanza, lo shore jigging ultraleggero.
 
Ci sistemiamo su una bella punta e iniziamo a lanciare. Per le prime catture non c'è molto da aspettare (una volta tanto!), con il classico recupero a "dente di sega" riusciamo ad individuare dove staziona il branco di discreti sugarrellotti ed iniziano le catture!
Alla fine il "bottino" sarà di numerosi sugarelli di buona taglia...
 
Sugarello (Trachurus trachurus) su Damiki Balhae 14g 005 Pink
 
Sugarello (Trachurus trachurus) su Damiki Balhae 14g 005 Pink

Tommaso con un Sugarello su Damiki Balhae 14g Spot Blue Silver 014
 
...e di qualche occhiata.
 
Occhiata (Oblada melanura) su Damiki Balhae 14g Spot Blue Silver 014
 
 
Attrezzatura:

- Reel: Daiwa TD FUEGO1000A
- Line: Sunline Rock Fish PE 0.4 + Yamatoyo Addict Fluoro 5lb
- Lure: Damiki Balhae 14g 005 Pink e 014 Spot Blue Silver 
Maria Shore Jig Hook Little #4


Alla prossima!





mercoledì 13 marzo 2013

Inverno, tempo di barracuda!

Il mio primo barracuda
Il barracuda è un pesce che ho iniziato a conoscere solo di recente. A causa della morfologia della costa nelle mie zone non sono presenti e devo percorrere diversi km in auto per poterli incontrare. Il mio primo incontro con lo sfirenide risale alla fine di ottobre del 2010 sulle scogliere di Lanzarote nel mio primo viaggio sull'isola canaria.
Fin da subito ne ho apprezzato l’aggressività tanto da decidere di approfondire la sua conoscenza anche in acque nostrane subito al rientro in Italia.
 
I primi approcci al barracuda sono quindi avvenuti in inverno. Si tratta di una stagione particolare per la pesca dello sfirenide, caratterizzata da regole ben precise che se rispettate ci consentono di avere buone probabilità (anche se a pesca non esistono certezze) di effettuare numerose catture.
In questo periodo l’attività del barracuda si concentra prevalentemente nelle zone portuali dove passa la stagione fredda (forse a causa delle temperature leggermente più miti dell’acqua e dell’abbondante presenza di cibo). La taglia media, salvo rari casi, non è mai eccezionale (1,5/2kg) ma è spesso compensata dalla quantità di esemplari.
 
In questi momenti gli artificiali che la fanno da padroni sono i long jerk e long jerk, per quanto mi riguarda, è sinonimo di Duo Tide Minnow 175 sia nella versione Slim (27 gr - azione floating) che Flyer (30 gr - azione  sinking).  Devastante  nei  confronti  di  tutti  i  predatori  ha  dimostrato  avere  una  marcia  in  più
soprattutto con i barracuda.
L’azione di pesca è molto semplice: per scatenare l’aggressività dello sfirenide occorre effettuare un recupero piuttosto lento e lineare con morbide jerkate di tanto in tanto. Spesso l'attacco vero e proprio è preceduto da piccole “musate” del barracuda sul nostro artificiale (quasi come se volesse "assaggiarlo"), in questi momenti è necessario continuare il nostro recupero senza accelerare e ferrare decisi solo quando percepiamo il “morso vero” sull’esca.
Ho avuto modo di sperimentare tutto questo sulla mia pelle durante la prima pescata mediterranea a barracuda: i mie compagni ed io, con recuperi più o meno allegri e jerkati, non riuscivamo ad avere un solo attacco mentre, pochi metri più in la, alcuni pescatori del luogo (non proprio spinner di qualità!) ferravano un pesce dietro l'altro. Preso un po'dallo sconforto mi misi ad osservare cosa facevano per catturare così tanto: recupero lento e lineare, niente di più niente di meno. Da quel momento, facendo come loro, iniziammo a bucare anche noi risolvendo alla grande la nottata!
 
Beninteso, questo preambolo non vuole avere alcuna velleità tecnica né tanto meno pretende di insegnare niente a nessuno, sono solo concetti maturati in parte grazie a mie esperienze dirette ed in parte (la maggior parte direi) grazie a consigli di amici pescatori ben più esperti di me.
 
Ma veniamo al sodo...
Qualche settimana fa abbiamo deciso di approfittare di una nottata che il meteo prevedeva come “buona” per fare una delle nostre spedizioni; sarebbe la prima della stagione e la voglia è tanta! Mettiamo dunque da parte i vari impegni e partiamo!
 
Prima del cambio di luce siamo in pesca e la presenza di barracuda è chiara fin dai primi lanci: gli inseguimenti da parte di piccoli barracuda sono quasi una costante ad ogni recupero ma, nonostante i mille tentativi, di mangiate neanche a parlarne.
 
A mano a mano che si fa buio arrivano finalmente le prime mangiate, si tratta di pesci piccoli ma qualcosa si muove ed iniziamo a crederci...
 
Purtroppo la musica non cambia e a fine pescata le catture non sono state né enormi né, soprattutto per quanto mi riguarda, numerose (ne ho presi meno dei soci meritando così i loro insulti e sfottò!).
 
 
 
Fortunatamente la mia  St. Croix Avid Inshore AIS70MF, che nonostante i 3/4oz dichiarati lancia e, soprattutto, gestisce tranquillamente tutti i long jerk fino ai 190/200mm, mi ha fatto divertire anche con i piccoli barracuda! E'  una  canna  bellissima,  perfetta  per  questo  tipo  di  pesca!  Non  mortifica  il combattimento con i pesci piccoli ma, grazie alla sua schiena potente, non va in crisi con i big! Bellissimo attrezzo davvero!
 
Per concludere...
Anche se in questa occasione non abbiamo ottenuto i risultati che speravamo non sono poi rare le pescate "esagerate" che si concludono con numerosissimi strike. In queste occasioni è veramente fin troppo facile commettere delle vere e proprie stragi. E' quindi necessario non farsi prendere la mano e moderarsi effettuando, se non un C&R integrale, almeno un prelievo più che responsabile.
 
Queste giornate di pesca, anche quando le cose non vanno come sperato come stavolta, sono momenti unici. Sono tra le poche occasioni in cui riesco veramente a "staccare la spina" dalla quotidianità. Freddo, pioggia, nottata in bianco sono tutti disagi che a stento percepisco: lo spirito goliardico di queste uscite, gli sfottò per una cattura in più dei compagni di pesca, le risate per le continue cazzate che a raffica spariamo  sono tutte cose che valgono il sacrificio di una notte all’addiaccio.
 
 
Il bello della zingarata è proprio questo: la libertà, l'estro, il desiderio... come l'amore. Nasce quando nasce e quando non c'è più è inutile insistere. Non c'è più! [Giorgio Perozzi, Amici Miei]
 
 
Attrezzatura:
 
Reel: Daiwa Certate 3000 Custom Body
 
 

Alla prossima!
 

 

lunedì 4 marzo 2013

Ultra Light Shore Jigging Vol. III: la cattura che non ti aspetti!

Sapevo che insistendo prima o poi si sarebbe catturato qualcosa di ben più interessante rispetto alle solite, seppur divertenti, occhiate.
Lo spot è una punta che si protende verso in mare aperto caratterizzata da un fondale fin da subito “importate”, direi che una quindicina di metri tutti. Nessuna avvisaglia in superficie di attività predatoria, insomma tutto calmo come sempre.
Iniziamo quindi a lanciare sperando in qualche occhiata che possa essere interessata ai nostri micro jig.
I minuti passano uno dietro l’altro senza sentire nulla (ad esclusione di una piccola perchia ingannata dal mio jig), sembra proprio una di quelle giornate in cui ci si dovrà accontentare solo di una bella giornata di sole invernale sul mare quando all’improvviso il socio finalmente incanna un bel pescetto.
Appena staccato il jig dal fondo sente la mangiata e ferra, non sembra un pesce enorme ma di sicuro non è né una perchia né un’occhiata... purtroppo non lo sapremo mai, durante il combattimento il pesce si slama senza neanche essersi fatto vedere.
Rammaricati per non aver nemmeno visto di che pesce si trattasse ma allo stesso tempo gasati dall’aver visto un po’ di “attività” continuiamo la pescata.
Di li a poco sarà il mio turno! Infatti, a fine recupero, solo un istante prima di togliere il jig dall’acqua a fine recupero vedo (o credo di vedere!) un bagliore azzurro sbucare dal nulla che veloce come un missile si avventa sull’esca! Giusto un paio di secondi per rendersi conto di quello che è successo e via, come un razzo, verso il largo puntando il fondo.
Grazie alla mia attrezzatura da ultra light è stato un combattimento favoloso!
Preoccupato per la tenuta del filo (PE 0.4 in bobina e finale in fluorocarbon da 5lb) cerco di non forzare il pesce e di farlo stancare. Aiutato dalla mia gran canna (piega fantastica e potenza inimmaginabile per un “fuscello” pesante meno di 80gr) e dalla frizione del Daiwa TD Fuego 1000A riesco dopo qualche minuto, di veloci fughe e ripartenze, a portarlo a tiro di boga.

 
Allettarato - Euthynnus alletteratus
 
 
Felice come un bambino ed ancora incredulo per la cattura effettuata mi godo il mio allettarato (Euthynnus alletteratus) che il boga ci dirà pesare 1,8kg circa.
Continueremo a pescare ancora un po’ ma senza vedere altro...
Ma per oggi va più che bene così: due bei pesci, anche se uno slamato, ci bastano per farci tornare a casa contenti.


Ad ogni uscita ho sempre più chiare quali siano le potenzialità di questa pesca. Con lo spot giusto e le condizioni giuste sono convinto che ci sarà da divertirci... che sia il caso di dedicarsi anche al classico shore jigging? Chissà...


Attrezzatura:

- Reel: Daiwa TD FUEGO1000A
- Line: Sunline Rock Fish PE 0.4 + Yamatoyo Addict Fluoro 5lb
- Lure: Perko Jig Herakles 10gr JHKAD02 +
Maria Shore Jig Hook Little #4


Alla prossima!